Capitozzatura: conosciamola da vicino

Capitozzatura: conosciamola da vicino

Quelli che noi definiamo attaccapanni per giganti sono purtroppo piante che hanno subito interventi drastici di potatura. Interventi indiscriminati che distruggono la pianta dal punto di vista estetico ma non solo. Infatti capita spesso che a distanza di anni le piante capitozzate purtroppo muoiano.

Abbiamo quindi deciso di scrivere questo articolo per spiegare nel dettaglio perché la capitozzatura è una tecnica di potatura da evitare e nel tentativo di sensibilizzare le persone che troppe volte ci chiedono di “abbassare l’albero della metà” o “togliere i rami che vanno nel giardino del vicino“.

Definizione capitozzatura

Esempio capitozzatura

Possiamo definire la capitozzatura come una tecnica di potatura che consiste nell’accorciare in modo importante e indiscriminato le branche principali e nell’abbassare il fusto. In questo modo gli alberi si possono ritrovare senza chioma o senza gran parte di essa e senza la propria forma architettonica naturale.

Tecnicamente il capitozzo si intende qualsiasi taglio internodale che ha come risultato lo sviluppo di nuovi rami da gemme avventizie, dormienti o da punti merismatici interni.

In qualsiasi modo la definiamo, studi scientifici hanno dimostrato che la capitozzatura genera gravi danni alle piante. Si sa che i tempi degli alberi sono molto lunghi, quindi i risultati si possono vedere dopo diversi anni, ma vi assicuriamo che un intervento di potatura non passa mai indenne. Il padre dell’arboricoltura moderna Alex Shigo li ha definiti come “crimini contro la natura” e noi concordiamo con questa definizione.

La capitozzatura è dannosa per le piante: ve lo mostriamo in 8 punti

Molti di noi si indignano quando vedono un albero capitozzato, perché snaturato e brutto da vedere. Nell’ambito statale e comunale purtroppo è una tecnica ancora molto diffusa e utilizzata per gestire le siepi stradali e i grandi alberi pubblici.

Nonostante il 10 marzo del 2020 il Ministero dell’Ambiente ha finalmente vietato la capitozzatura e l’eccessiva cimatura delle piante, purtroppo la tecnica è ancora molto diffusa. Nel decreto non sono state però definite pene per i trasgressori e molti si approfittano di questa falla. Per fortuna alcune amministrazioni locali hanno preso iniziative più concrete per far rispettare il divieto. C’è ancora molta strada da fare.

1 – Attivazione gemme latenti e avventizie

Quando un albero viene capitozzato si ritrova con una drastica diminuzione della chioma, alle volte si arriva all’eliminazione totale. Ma studiamo fin dalle scuole primarie che l’albero per crescere deve fare la fotosintesi clorofilliana. E per farla ha bisogno delle foglie.

Il primo meccanismo di risposta alla potatura indiscriminata dell’albero è quello di attivare le gemme latenti presenti lungo il fusto per creare il prima possibile dei rami secondari e foglie. Inoltre l’albero tende a sviluppare foglie molto più grandi rispetto il normale per garantire una superficie sufficiente per la fotosintesi.

Esempio albero capitozzato con chioma

2 – Grande consumo di energia

Le due reazioni fisiologiche viste fino ad ora richiedono ovviamente un grandissimo dispendio di energia. L’albero attinge a tutte le sue riserve per riuscire a far crescere nuovi rami. Alberi giovani e sani possono avere riserve sufficienti di energia per sopravvivere, mentre alberi meno in salute possono non sopravvivere alla capitozzatura.

Anche gli alberi giovani e forti subiscono comunque un forte indebolimento, rendendoli facili prede per patogeni e funghi.

3 – Attacchi di patogeni e funghi

L’indebolimento generale dell’albero porta ad avere difese molto basse e ad essere facile preda di agenti patogeni o funghi. Infatti, se tutta l’energia di riserva è stata utilizzata per far crescere nuovi rami una volta che si trova davanti ad un’altra situazione avversa, come un attacco di defogliatori, un’altra ferita, la siccità, il gelo, o folgori, risponderà in modo meno deciso e le possibilità di morte sono nettamente superiori.

4 – Moria radicale

L’albero, come tutti gli apparati viventi, per crescere e vivere ha bisogno di un continuo apporto di energia. Quando si rompe l’equilibrio di produzione di energia, rimuovendo una parte destinata alla produzione di questa, come in questo caso la chioma, tutto il resto del sistema cade ad un livello energetico più basso. Quello che succede è che le radici verranno ridotte in proporzione alla chioma tolta. Il risultato è senza dubbio un albero indebolito e poco stabile.

5 – Indebolimento dell’albero

Oltre al deperimento radicale visto poco fa, i rami nati dalle gemme latenti e avventizie, detti frecce o succhioni, hanno un ancoraggio più superficiale. Infatti, quando nasce un ramo da una branca secondaria, questo crescerà in modo proporzionato e insieme alla branca, ritrovandosi ad essere inglobato nella branca stessa. Le frecce invece saranno grandi rami lunghi e sottili ancorati in superficie. Un forte vento o una tempesta possono rompere facilmente questi rami.

6 – Scottature

Il fusto dell’albero dopo un intervento di capitozzatura si trova improvvisamente esposto alla luce del sole senza il naturale riparo della chioma. Questo può provocare importanti scottature, che spaccano la corteccia e rendono il fusto più vulnerabile all’attacco dei funghi.

7 – Danno estetico

Oltre ai danni dal punto di vista biologico della pianta si ha anche un evidente danno dal punto di vista estetico. Infatti, tutti nel vedere una pianta capitozzata si inorridiscono e la pianta stessa perde di valore. Una pianta capitozzata nel proprio giardino non è certamente bella da vedere e non è più una pianta ornamentale, ma un attaccapanni per giganti.

Non ci credete? Vorreste un albero come questo nel vostro giardino?

Albero capitozzato severamente

8 – È costosa

Se la pianta sopravvive ha bisogno ne giro di un paio di anni di essere nuovamente potata. Infatti, come abbiamo visto, la pianta produrrà in breve tempo molti nuovi rami creando quindi una chioma molto folta. Spesso le persone inesperte pensano che un taglio drastico sia fatto per rendere la pianta più forte e rigogliosa. Non c’è cosa più sbagliata, e speriamo di avervi illustrato a dovere che in realtà questa pratica danneggia in modo irreparabile la pianta. La capitozzatura è per sempre.

Non siete d’accordo? L’immagine che segue spiega in modo chiaro lo sviluppo di una pianta dopo la capitozzatura.

Sviluppo albero dopo capitozzatura

I risultati dello studio della fondazione Minoprio

Quanto visto fino ad ora è stato anche provato da uno studio pluriennale condotto dalla Fondazione Minoprio su esemplari di Acero montano.

Gli aceri sono stati potati con differenti tecniche, tra cui la capitozzatura. Il risultato non ci sorprende per nulla.

Tecniche di potatura drastiche portano alla nascita di più succhioni o frecce che spesso diventano codominanti. Dal momento che non esiste un ramo dominante nasce la competizione: questi nuovi succhioni crescono in modo molto veloce e producono foglie molto larghe e ricche di clorofilla per massimizzare l’assimilazione di carbonio e per tentare di dominare sui rami vicini.

D’altro canto questa nuova struttura fogliare creatasi è molto suscettibile e meno tollerante a diversi tipi di stress. Nelle branche capitozzate si osservano infatti con frequenza dissecamenti.

Gli altri tipi di potatura non modificano in maniera così forte la fisiologia dell’albero. Per esempio nella buona potatura di ritorno viene mantenuta la dominanza apicale. Nella buona potatura di diradamento invece si elimina la branca direttamente all’inserzione sul tronco o alla branca principale. In questo caso le frecce si svilupperanno all’interno della chioma e per la scarsità di luce sono poco competitive.

Concludendo quindi questo studio ha evidenziato come tecniche di potatura severe come la capitozzatura portano a cambiamenti profondi nella struttura e nella fisiologia della pianta che la portano ad essere meno resistente a stress esterni, per altro molto presenti in ambiente urbano. Al contrario, tecniche di potatura come il taglio di ritorno o il diradamento disturbano meno la pianta e sono quindi raccomandabili per garantire la sanità e la longevità dell’esemplare.

Si può recuperare un albero capitozzato?

Come visto in precedenza, la capitozzatura è per sempre. Purtroppo un albero capitozzato non riacquisterà mai la sua forma originaria o comunque la forma tipica della sua specie. Possono essere eseguiti interventi di recupero da capitozzatura e anche noi di Funalberi ne realizziamo parecchi. È importante però sottolineare che è un rimediare a danni passati e tentare di aiutare la pianta a vivere più a lungo riducendo al minimo i danni.

Intrvento recupero albero capitozzato

Perché si continua a capitozzare le piante?

Questa è una domanda che ci è stata posta proprio ieri da un cliente. Non abbiamo una risposta univoca, ma sicuramente la principale è per ignoranza. Purtroppo chi si occupa di gestione del verde urbano spesso non ha nessun tipo di formazione forestale.

C’è poi chi dice per un risparmio economico nel breve tempo. Infatti un intervento di potatura eseguito secondo le indicazioni dell’arboricoltura moderna può durare su un grande esemplare di albero anche più di una giornata, mentre per un intervento di capitozzatura con piattaforma può bastare mezza giornata. Ci teniamo a sottolineare che è un risparmio nel breve termine, perché come visto prima la pianta avrà bisogno di un nuovo intervento di potatura nel giro di un paio di anni e se muore i costi di abbattimento sono sicuramente elevati.

Casi in cui un intervento di capitozzatura è tollerato

Ci sono alcune particolari situazioni agronomiche in cui la capitozzatura viene talvolta accettata. Si tratta per esempio di casi di coltivazioni di olivi colpiti dalla xylella fastidiosa o da altre malattie del legno come la rogna. Questa tecnica è in realtà molto più complessa e prende i nome di slupatura.

In alcuni casi può risultare una scelta tecnica. Ad esempio in esemplari di gelso può essere utilizzata e ripetuta ogni due anni per ottenere lunghi germogli, un tempo usati per la bachicoltura o per ottenere lunghi tralci per costruire manufatti.

Negli anni c’è stata molta confusione attorno al termine inglese pollarding che veniva inteso in Europa come capitozzatura. In realtà è una tecnica di potatura in ars toparia che consente di allevare gli alberi fin da giovani in dimensioni contenute, tornando ogni anno ad eliminare la vegetazione nuova. Si creano così le famose teste di salice.

Le piante più indicate per questo tipo di trattamento sono platani e aceri. Se eseguito nel modo corretto il pollarding risolve agli alberi un problema meccanico di sostegno e li mantiene sani, perché si viene a creare un callo alla fine delle branche dove si sviluppano ogni anno polloni. Le teste di salice vengono aggredite meno da agenti patogeni funginei che degradano il legno. È una tecnica che è utile adottare in situazioni dove l’essenza vegetale ha uno spazio di crescita molto contenuto, per esempio a causa della presenza di edifici.

Come evitare la capitozzatura?

Noi di Funalberi siamo convinti che l’unico modo per fermare la capitozzatura sia con la cultura. Purtroppo c’è una scarsissima conoscenza del verde e delle piante in generale. Una persona poco esperta abituata a vedere gli alberi potati con tecniche di capitozzatura può pensare che si tratti di una buona pratica per rendere l’albero più forte, perché la chioma cresce poi in modo molto più rigoglioso. È quindi importante informare il più possibile le persone sulla corretta gestione del verde.

Un bambino che cresce vedendo sempre alberi capitozzati nel giardino della scuola, nel parchetto dove va a giocare e nel giardino di casa comincerà a pensare che quella è la reale forma di un albero. Così se si chiede ad un bambino di disegnare un albero lo disegnerà capitozzato.

Provare per credere! Noi l’esperimento lo abbiamo fatto e questo è il sorprendete quanto triste risultato.

Disegno albero capitozzato

Per fortuna però in altri disegni gli alberi assumono forme normali 😁

Disegno alberi non capitozzati

Infine, ma non meno importante, è bene farsi consigliare da personale esperto prima di piantare un albero. È infatti indispensabile conoscere bene le caratteristiche dell’albero, il suo sviluppo, in quanto tempo cresce e di quanto spazio ha bisogno. È inutile piantare una betulla o un cedro in un piccolo giardino, sapendo che sono esemplari che diventeranno molto grandi e saremo quindi costretti ad abbattere. Meglio scegliere fin da subito un esemplare dalle dimensioni contenute.

In questo lungo articolo abbiamo analizzato la capitozzatura, le sue conseguenze e come fermarla. Se vi restano domande non esitate a scriverle qui sotto nei commenti.

Leave your thought